La nostra prima attività del nuovo anno sociale ha avuto luogo sabato 26 ottobre, con una passeggiata culturale alle 10.30 del mattino. Ci siamo recati presso l’antica residenza dei Florio e, a seguire, abbiamo visitato il Villino Florio, testimonianze storiche della città di Palermo ai tempi in cui vissero quattro generazioni della più potente famiglia italiana dell’Ottocento. Come a tutti noto, la famiglia Florio è originaria della Calabria che, per sfuggire alla miseria in conseguenza del terremoto del 1783, parte alla volta della Sicilia. I pionieri sono Paolo e Vincenzo Florio, i quali giunti a Palermo avviano un negozio di spezie e,
grazie al loro fiuto imprenditoriale, intraprendono numerose iniziative industriali dando vita ad un commercio fiorente in diversi settori, che spaziano dalla chimica alla vineria e dal turismo all’industria del tonno.
Gli eredi continuano con successo le attività familiari e ne intraprendono delle nuove, ma verso la fine del secolo l’impero va incontro alle prime difficoltà finanziarie. A fianco di Ignazio Junior si eleva la moglie Franca, chiamata dai siciliani “donna Franca”, ovvero la Regina di Palermo, per la sua bellezza, il suo fascino e anche per la sua cultura. Passa alla storia come il mito della Belle Epoque, di lei rimane un ritratto molto bello che è un dipinto di Giovanni Boldini. Donna Franca ha un grande ruolo negli affari del marito, fa di Palermo una grande capitale europea e aumenta il prestigio internazionale della Sicilia, ma a causa dello stile di vita sfarzoso e delle spese di rappresentanza come alberghi e vacanze di lusso, Vincenzo Florio è costretto a vendere le prime proprietà immobiliari. Il Novecento si presenta come un’epoca di grandi cambiamenti socio-politici, che determinano la crisi irreversibile dei settori produttivi sui quali si fondava il grande impero imprenditoriale dei Florio. La loro ascesa si arresta tra il 1915 ed il 1918 e, con il crollo della dinastia dei Florio, crolla anche il prestigio della Sicilia. Riteniamo importante far conoscere la storia del nostro territorio per lasciarla in eredità alle nuove generazioni, nella convinzione che la conoscenza del passato li aiuti a comprendere meglio il tempo presente.