Momento di alta formazione culturale e religiosa, per il Convegno di Cultura “Maria Cristina di Savoia” di Ravanusa, nell’incontro sul tema “La donna nella dottrina sociale della Chiesa” La riunione ha avuto luogo giovedì, 8 febbraio 2024, nel salone “Sacro Cuore” della Chiesa Madre. A condurre il convegno era Don Mario Sorce, presente Don Filippo Barbera, assistente ecclesiastico del Convegno. La tematica, più che mai attuale, è stata ampiamente illustrata e tratteggiata nei suoi aspetti storici, sociali e religiosi. Don Mario, componente del Consiglio Presbiterale della Arcidiocesi di Agrigento, Direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro, Vicario Foraneo,
Parroco del “Sacro Cuore di Gesù e di “S. Gemma Galgani” di Agrigento con la verve e con la passione con cui sa scendere in piazza con i cittadini a reclamare il diritto alla salute, l’esigenza di trovare una “dignitosa sepoltura” alle numerose salme di Agrigento che non che l’hanno, di aderire alle manifestazioni per reclamare un giusto diritto o per sedare un litigio, ha appassionato e conquistato i presenti trattando su – La dignità della donna nel Magistero contemporaneo – ad incominciare dall’insegnamento del Concilio Vaticano II e dei Pontefici da Paolo VI a Francesco. Ha offerto poi una sapiente e profetica presentazione dell’identità e della dignità duale
soffermandosi sulla “questione donna” nell’attuale contesto ecclesiale ed ecclesiologico partendo dalle sue radici nel vissuto della Chiesa già nel suo sorgere e alla scuola del Rabbi Galileo, sia pur in una realtà socioculturale datata, ma con una prospettiva che non nasconde il “genio” femminile nella logica cristiana, che va oltre le categorie socioculturali. È il «genio femminile», cioè le donne,
anche se considerate “figure povere” dal punto della giurisprudenza del tempo, ad essere scelte come annunciatrici e testimoni di ciò che è il cuore del messaggio cristiano: Cristo morto e risorto. Il punto di partenza per il Magistero è l’antropologia del libro della Genesi e ovviamente la distinzione di genere che, pur giustamente tenendo conto della diversità, vede l’uomo e la donna in una eguale dignità e identitativamente uno per l’altra, in una sinergia esistenziale che qualifica, nella dimensione relazionante, entrambi, completandoli reciprocamente “con quella responsabilità che il nuovo stato di padre e madre richiede all’interno della famiglia e nella società” dice Papa Francesco.