Innanzi tutto saluto e ringrazio gli intervenuti a questa celebrazione, nel corso della quale la Chiesa di Potenza, nella persona del nostro arcivescovo, monsignor Salvatore Ligorio, accoglie ufficialmente una reliquia ex cineribus della Beata Maria Cristina di Savoia, destinandola al culto pubblico, come dono alla città di Potenza. Ringrazio in particolare il delegato del sindaco, avv. Napoli, l’assessore alla cultura, dr. D’Ottavio, i cavalieri dell’Ordine Costantiniano di S. Giorgio. Grate al Signore per il grande privilegio ricevuto, le aderenti del Convegno di Cultura intitolato alla Beata, condividono questa gioia con la cittadinanza, sulla quale implorano l’intercessione della Beata. La presenza in città del Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia data da più di sessant’anni ed è uno degli 80 e più convegni che sono diffusi in Italia. Nati nel 1937 come associazione privata d’ispirazione cristiana per rispondere all’esigenza di offrire un luogo di apostolato anche alle donne delle classi elevate. Sono poi diventati nel 1973 un’associazione autonoma riconosciuta dalla competente autorità ecclesiastica con un proprio statuto ed una propria organizzazione. Ispirandosi alla spiritualità della Beata, perseguono lo scopo di promuovere la cultura nella società e la formazione morale e religiosa oltre che culturale delle aderenti, che con la loro testimonianza intendono affiancare la Chiesa nella sua missione evangelizzatrice. Promuovono perciò conferenze, tavole rotonde, convegni sui più importanti temi socio-culturali, avvalendosi di relatori di riconosciuta fama per commentarli secondo una dialogante prospettiva cattolica. Ad esempio quest’anno affronteremo i temi “femminile e femminismo” e “il patrimonio artistico d’Italia: identità culturale e storica”. Ricorrente è l’attenzione all’arte, sottolineata da visite a luoghi d’interesse storico, artistico e paesaggistico. I Convegni hanno un assistente spirituale. Il nostro è attualmente don Dino Lasalvia, che ci segue con amore con le sue brillanti lectio divine. Fiore all’occhiello dei Convegni è il premio letterario biennale intitolato a M. Cristina di Savoia, destinato a premiare gli scrittori di narrativa contemporanea che, nella loro piena libertà espressiva, sono sensibili ai valori morali, spirituali e religiosi. Da quest’anno i Convegni sono entrati ufficialmente a far parte della prestigiosa Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC), con una nostra rappresentante legale e diritto di voto su questioni internazionali Ispiratrice dei Convegni è la regina delle Due Sicilie Maria Cristina di Savoia che, oggi in particolare, vogliamo proporre non solo come modello di santità, a riprova che la vita buona del vangelo è possibile in ogni ambiente e condizione sociale, ma anche come donna di straordinaria modernità. Figlia di Vittorio Emanuele I di Maria Teresa d’Asburgo, nel 1832 a vent’anni regina delle due Sicilie per il matrimonio con Ferdinando II di Borbone, muore di parto il 31 gennaio 1836 dopo aver dato alla luce il figlio Francesco, che sarà l’ultimo re di Napoli. Non aveva ancora ventiquattro anni. Dichiarata prima serva di Dio, poi Venerabile, è stata poi beatificata, per impulso di papa Francesco, il 25 gennaio 2014 nella basilica di S, Chiara a Napoli, dove riposano le sue spoglie. La santità della regina napoletana è stata riconosciuta nelle sue virtù eroiche, nella carità e nell’amore per i poveri. La sequela di Cristo è stata da lei vissuta nell’obbedienza alla chiamata, la carità, secondo l’ammonimento di Giovanni, si è concretizzata nell’obbedienza ai comandamenti accolta nel senso più ampio, come obbedienza alla vocazione al servizio legata alla sua condizione di principessa reale, che l’ha destinata a essere regina. Ha quindi usato la sua condizione sociale, il talento che le era stato affidato, per compiere opere di bene e, in particolare, per sovvenire alle povertà. Il che ha fatto non alla spicciolata, ma con interventi strutturali che realizzano una vera preoccupazione sociale in una prospettiva ampia e intelligente. Perché, se da un lato ha realizzato le consuete opere di assistenza possibili al suo livello sociale, dall’altro ha voluto promuovere un vero sviluppo economico che fosse di sollievo ai bisognosi. La seteria di San Leucio non è opera pagata dalle tasse o dalla carità privata, ma impresa, che crea lavoro vero, ossia lavoro pagato dalla sua produzione. Che il fine della regina non fosse il profitto non toglie che ella abbia operato da imprenditrice, secondo compatibilità economiche, nella prospettiva dell’iniziativa economica capace di produrre ricchezza come condizione dell’avanzamento sociale e di contrasto alla povertà. Le operaie della seteria hanno avuto ragione d’esserle grate quanto le fanciulle assistite nell’ospizio. A noi la giovane Maria Cristina lascia l’esempio della vita vissuta come obbedienza alla vocazione, nell’ambito familiare e in quello sociale, nella prospettiva di san Paolo: “la carità tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Ma, di più, offre l’esempio dello spirito d’iniziativa con il quale la vocazione è stata abbracciata, impegnandola a promuovere il bene possibile per l’influenza sul sovrano suo consorte e a realizzare opere di bene che si mantenessero nel tempo e unissero all’assistenza delle povertà durature la promozione economica capace di ridurle. Se pensiamo che morì non ancora ventiquattrenne, rimaniamo ancora più stupefatti di quanto ha operato. L’esempio della santità vissuta nella sua condizione sociale richiama tutti noi alla vocazione alla santità contenuta nella nostra condizione. Che il culto della Beata promosso dalla sua reliquia possa impetrare la sua intercessione
perché sappiamo rispondere anche noi alla nostra chiamata e perché la sua protezione s’estenda alla nostra città.

E’ seguita la lettura del messaggio augurale della Presidente nazionale, dott.ssa Silvana Alesiani.